L’Endocrinologo (2014) 15:112–117 DOI 10.1007/s40619-014-0044-7
R A S S E G NA
Sindrome post-finasteride: tra mito e realtà Alessandro Pizzocaro · Giovanna Motta · Luciano Negri · Pierpaolo Graziotti
Pubblicato online: 24 giugno 2014 © Springer International Publishing AG 2014
Sommario Numerosi studi hanno dimostrato l’associazione tra l’uso di finasteride e la comparsa di disfunzioni sessuali e sindrome depressiva, che possono persistere dopo la sospensione del farmaco (Sindrome post-finasteride). I ridotti livelli di DHT e dei metaboliti della 5AR ad azione neuroattiva, in aree del SNC fondamentali per l’attività sessuale e il tono dell’umore, sembrerebbero essere i responsabili della sindrome. In questo lavoro viene caratterizzata la sindrome, al fine di migliorarne la gestione. Parole chiave Finasteride · Inibitori 5-alfa reduttasi · Disfunzione erettile · Sindrome post-finasteride
suale e sul benessere generale. Questi sintomi sono sempre stati considerati reversibili ma, in epoca,recente sono state pubblicate segnalazioni su una possibile persistenza di tali disturbi dopo la sospensione del farmaco, la cosiddetta “Sindrome post-finasteride”. Essendo un argomento molto sentito dagli utilizzatori, sono nati web forum al fine di valutarne la prevalenza, la patogenesi e l’insorgenza utilizzando le esperienze dei pazienti (www.propeciahelp.com/ e www.pfsfoundation.org/). Questo lavoro si propone di caratterizzare la Sindrome post-finasteride e di ipotizzare un algoritmo diagnostico e terapeutico, in considerazione della mancanza di ampi studi in letteratura.
Introduzione Il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna (IPB) e dell’alopecia androgenetica con inibitori della 5-alfa reduttasi (5AR) può provocare effetti collaterali sulla sfera ses-
Proposta da Fabio Lanfranco. Materiale elettronico supplementare La versione elettronica di questo articolo (DOI:10.1007/s40619-014-0044-7) contiene materiale supplementare, disponibile per gli utenti autorizzati. A. Pizzocaro (B) · P. Graziotti U.O. Urologia, Servizio di Andrologia, Istituto Clinico Humanitas IRCCS, Via Manzoni 56, 20089, Rozzano (MI), Italia e-mail:
[email protected] G. Motta S.C.D.U. Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo, Dipartimento Scienze Mediche, Università di Torino, Torino, Italia L. Negri U.O. Medicina della Riproduzione, Istituto Clinico Humanitas IRCC, Rozzano (MI), Italia
Inibitori dell’enzima 5-alfa reduttasi La 3-osso-5alfa-steroide 4-deidrogenasi, nota anche come 5-alfa reduttasi (5AR) è un enzima appartenente alla classe delle ossidoreduttasi che catalizza, riducendo il doppio legame tra il 4° e il 5° atomo di carbonio, la conversione di alcuni steroidi C19 e C21. In particolare converte: – il testosterone in 5-alfa diidrotestosterone (DHT); – il progesterone in 5-afla diidroprogesterone (5α-DHP); – il desossicorticosterone (DOC) in 5-alfa diidrodesossicorticosterone (5α-DHDOC). Il funzionamento di tale enzima è permesso dalla presenza del coenzima NADPH2 che agisce come donatore di idrogeni, i quali vengono trasferiti al precursore steroideo in posizione 5-alfa per creare il prodotto ridotto [1]. Esistono diverse isoforme dell’enzima 5 AR, come indicato in Tabella 1. Il DHT, androgeno attivo con maggiore affinità per il recettore androgenico, svolge un ruolo chiave nella patogenesi di due condizioni patologiche ampiamente diffuse, qua-
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Tabella 1 Diverse isoforme dell’enzima 5AR e loro distribuzione tissutale Inibitori 5 AR
Isoforma 1
Isoforma 2
Isoforma 3
Gene produttore
SRD5A1 Cromosoma 5p15
SRD5A2 Cromosoma 2p23
SRD5A3 Cromosoma 4q12
Tessuto
Principalmente a livello di cute, follicolo pilifero, ghiandola sebacea SNC Fegato Prostata sana Iperplasia prostatica benigna Carcinoma prostatico
Principalmente a livello dei tessuti del sistema riproduttivo maschile (vescicole seminali, epididimo, prostata sana) Iperplasia prostatica benigna Carcinoma prostatico
Cellule di Carcinoma prostatico ormono resistente (HRPC)
La dutasteride è circa 60 volte più potente della finasteride e riduce i livelli plasmatici di DHT di più del 90% in un anno [3, 4].
Cos’è la Sindrome post-finasteride?
Fig. 1 Formule chimiche degli inibitori della 5-alfa reduttasi
li l’ipertrofia prostatica benigna e l’alopecia androgenetica. Infatti, maschi castrati prima della pubertà o maschi affetti da deficit congenito della 5AR non sviluppano né IPB né alopecia androgenetica [2]. Allo scopo di ridurre i livelli plasmatici circolanti di DHT, negli anni ’90 è nata una nuova classe di farmaci, gli inibitori dell’enzima 5AR. Attualmente sono disponibili due farmaci inibitori: finasteride e dutasteride (Fig. 1, Tabella 3). La finasteride è il primo farmaco di sintesi appartenente alla classe degli inibitori della 5-alfa reduttasi. Nel 1992 l’azienda farmaceutica Merck ottenne dalla Food and Drug Administration (FDA) l’autorizzazione all’immissione in commercio della finasteride (Proscar), sotto forma di compresse da 5 mg con l’indicazione per il trattamento e controllo dell’IPB. Successivamente, nel 1997, la FDA approva la finasteride (Propecia), al dosaggio ridotto di 1 mg, per il trattamento degli stati precoci di alopecia androgenetica negli uomini. La finasteride è un composto sintetico 4-azasteroide, inibitore competitivo selettivo, in vitro e in vivo, della 5AR umana nella sua isoforma tipo 2. La finasteride riduce i livelli plasmatici di DHT del 75–90% e il volume prostatico del 16–19% in 12 mesi [3, 4] e arresta il defluvium capitis [2]. La dutasteride è un composto sintetico 4-azasteroide, inibitore competitivo sia dell’isoforma 1 che dell’isoforma 2 di 5AR, con le quali forma un complesso stabile, lentamente dissociabile. Nel 2002 è stata approvata per il trattamento dei sintomi dell’IPB e per la riduzione del rischio di ritenzione urinaria acuta in pazienti con IPB, ma non per l’alopecia androgenetica.
Il sito ufficiale www.pfsfoundation.org/ definisce la Sindrome post-finasteride (PFS) come una “condizione clinica caratterizzata dalla persistenza dopo la sospensione del farmaco di effetti collaterali di tipo sessuale, neurologico e fisico in pazienti che hanno assunto finasteride, un inibitore della 5-alfa reduttasi di tipo II per alopecia o per ipertrofia prostatica”. I sintomi riportati sul sito sono i seguenti: – sintomi sessuali: disfunzione erettile, riduzione delle erezioni mattutine, desiderio sessuale ipoattivo, disfunzione eiaculatoria con riduzione della sensazione orgasmica, riduzione del getto e del volume seminale, riduzione delle dimensioni del pene, induratio penis plastica e riduzione del volume testicolare; – sintomi fisici sistemici: ginecomastia, astenia cronica, ipotrofia muscolare, secchezza della cute, incremento del peso corporeo e della massa grassa; a livello biochimico, riduzione di HDL, colesterolo totale e incremento dei trigliceridi; – sintomi neurologici: riduzione della memoria, rallentamento dei processi cognitivi, depressione, ansia, insonnia. Numerosi studi hanno dimostrato un incremento delle disfunzioni sessuali (DS) durante l’assunzione di 5ARI nel paziente con IPB e sintomi del basso tratto urinario (LUTS), che sono di per sé un importante fattore di rischio per le DS, e nel giovane sano con alopecia androgenetica. In particolare, questi soggetti lamentano de novo desiderio sessuale ipoattivo con un tasso variabile tra 1,5 e 10%; disfunzione erettile tra lo 0,75 e il 15,8%; difficoltà orgasmiche o riduzione del volume seminale tra lo 0 e il 7,7% [3]. Nella Tabella 2 sono riportati i principali studi controllati con placebo sugli effetti collaterali dei 5ARI.
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Tabella 2 Principali studi randomizzati controllati sui 5ARI Patologia trattata
FARMACO (mg/die)
DURATA STUDIO (anni)
N°Pz totali
DL
DE
EjD
REF
Alopecia
Fi (1)
1 + 1 in aperto
1553
1,9 (1,3)
1,4 (0,9)
1,0 (0,4)
Kaufman et al., 1998
Alopecia
Fi (1)
1 + 1 in aperto
326
1,5 (1,6)
0,75 (0)
0 (0,8)
Leyden et al., 1999
Alopecia
Fi (1)
2
424
4,9 (4,4)
3,8 (0,7)
2,8 (0,7)
Whithing et al., 2003
IPB
Fi (5)
1
597
4,7 (1,3)
3,4 (1,7)
4,4 (1,7)
Gormley et al., 1992
IPB
Fi (5)
1
2342
2,9 (1,0)
5,6 (2,2)
2,1 (0,5)
Byrne et al., 1995
IPB
Fi (5)
1
615
5 (1)
9,4 (4,6)
2 (1)
Lepor et al., 1996
IPB
Fi (5)
2
613
10 (6,3)
15,8 (6,3)
7,7 (1,7)
Nickel et al., 1996
IPB
Fi (5)
1
2315
5,4 (3,3)
8,1 (3,8)
4,0 (0,9)
Tenover et al., 1997
IPB
Fi (5)
2
2902
4,0 (2,8)
6,6 (4,7)
2,1 (0,6)
Marberger et al., 1998
IPB
Fi (5)
1 + 4 in aperto
895
7,7 (3,3)
6,7 (4,0)
4,7 (1,7)
Hudson et al., 1999
IPB
Fi (5)
1
1095
3,4 (1,9)
4,9 (3,3)
2,3 (1,5)
Kirby et al., 2003
IPB
Fi (5)
4,5
3047
2,4 (1,4)
4,5 (3,3)
1,8 (0,8)
McCollnell et al., 2003
IPB
Fi (5)
1 + 5 in aperto
1657
3,8 (2,3)
4,8 (1,8)
3,1 (1,1)
Lowe et al., 2003
IPB
Fi (5)
2
323
13 (2)
11 (3)
nd
Clarck et al., 2004
IPB
Du (0,5)
2
4325
4,0 (2,0)
7,0 (4,0)
2,0 (1,0)
Roehborn et al., 2002
IPB
Du (0,5)
½
119
4,0 (2,0)
11 (3,0)
nd
Clarck et al., 2004
IPB
Du (0,5)
2
4325
0,6 (0,3)
1,7 (1,2)
0,5 (0,1)
Debruyne et al., 2004
Studi randomizzati controllati con placebo; gli eventi avversi sono espressi in %; nelle parentesi gli effetti collaterali del placebo Fi = finasteride, Du = dutasteride, DL = desiderio sessuale ipoattivo, DE = disfunzione erettile, EjD = disturbi eiaculatori Tabella modificata da Gur S. et al., 2013 (3) e Traish AM et al., 2011 (1)
Tabella 3 Quadro sinottico dei farmaci citati Principio attivo
Nome commerciale
Casa produttrice
Classe farmaceutica
Tipo di preparazione
Dosaggio disponibile
Finasteride
Proscar
Merck Sharp & Dohme
Inibitore 5 alfa reduttasi
Compresse–uso orale
5 mg
Propecia
MSD Italia
Dutasteride
Avodart
Glaxosmithkline
Inibitore 5 alfa reduttasi
Capsule molli–uso orale
0,5 mg
1 mg
Per l’elenco completo dei farmaci citati e le relative schede tecniche si rimanda al prontuario dei farmaci
Un ampio studio prospettico randomizzato in doppio cieco controllato con placebo (Proscar Long-Term Efficacy and Safety Study, PLESS), condotto nel 2003, ha valutato l’efficacia e sicurezza di finasteride 5 mg/die per 4 anni su 3040 uomini con IPB di età compresa tra 45 e 78 anni [5]. Circa la metà dei pazienti (46%) presentava in anamnesi storia di DS. Durante il primo anno, il 15% dei trattati con finasteride e il 7% dei pazienti con placebo hanno sviluppato DS de novo, mentre negli anni successivi non vi erano differenze di incidenza tra finasteride e placebo. Tra i pazienti che avevano sospeso la terapia, il 50% dei trattati con finasteride e il 41% di quelli con placebo avevano risolto i sintomi sessuali, riportando pertanto la frequenza di DS paragonabile alle condizioni pre-trattamento. Tuttavia, sono ormai numerose le segnalazioni di DS persistenti, la cui prevalenza e la patogenesi sono poco chiare
e poco studiate. Si stima che la quasi totalità dei sintomi regredisca alla sospensione e che in circa l’1% dei pazienti persista [3]. Non è ancora chiaro se nei soggetti con sintomi persistenti la funzione venga recuperata nel tempo. Sulla base delle segnalazioni, la Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency of UK e la Swedish Medical Products Agency hanno rivisto il foglietto illustrativo per i pazienti al fine di includere il concetto che “la persistenza di disfunzione erettile (DE) dopo sospensione da trattamento con Propecia è stata riportata in studi post marketing”. Le agenzie hanno inoltre riferito che la frequenza di tali disturbi non è ancora nota. Irwig ha condotto uno studio retrospettivo su 71 pazienti trattati con finasteride per alopecia (età: 21–46 anni; durata media del trattamento: 28 mesi), con normale funzione sessuale pre-terapia, ma con comparsa di DS durante il
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trattamento persistente oltre 3 mesi dalla sospensione [6]. Il follow-up veniva valutato attraverso interviste telefoniche e somministrando il questionario Arizona Sexual Experience Scale (ASEX), il quale indaga 5 campi della sessualità (desiderio, eccitazione, funzione erettile, capacità a raggiungere l’orgasmo, soddisfazione orgasmica). La DS è presente se il punteggio totale è ≥ 19, o in un solo campo ≥ 5, oppure in almeno tre campi ≥ 4. La durata media degli effetti collaterali sessuali in sospensione risultava di 40 mesi. Nel 20% dei casi, i sintomi erano ancora presenti a distanza di 6 anni. Il 94% dei pazienti lamentava DE, il 92% desiderio sessuale ipoattivo e il 69% disturbi eiaculatori. Il punteggio totale di ASEX era aumentato significativamente (media ± DS) da 7,4 ± 2,3 basalmente a 21,6 ± 3,4 post terapia (p < 0,0001). Inoltre, si era riscontrata una riduzione netta della frequenza di rapporti sessuali mensili da 25,8 ± 18,0 basalmente a 8,8 ± 7,1 post terapia (p < 0,0001). Tra i sintomi non sessuali veniva riportata astenia nel 27%, difficoltà cognitive nel 26%, depressione nel 20% e ansia nel 20% [6]. Gli stessi autori hanno successivamente valutato la persistenza dei disturbi a distanza di anni dalla sospensione del farmaco [7]. Cinquantaquattro pazienti con normale funzione sessuale pre-terapia e senza comorbidità per la DE venivano intervistati telefonicamente o mediante mail per un periodo di 9–16 mesi (media 14). Al termine del periodo di osservazione la DS persisteva nel 96% dei pazienti e la gravità non era correlata alla durata del trattamento. Il punteggio ASEX variava da: 7,2 ± 2,0 basalmente, 22,2 ± 2,6 al primo controllo dopo terapia, e 20,8 ± 3,6 al termine del follow-up. Oltre alla DS, erano persistenti altri sintomi quali alterazione dei parametri e del volume seminale (11%), deformazioni dell’asta (19%), riduzione delle erezioni spontanee (9%), riduzione del volume e dolenzia testicolare (15%), alterazione delle capacità cognitive e depressione (17%). Dei pazienti che avevano tentato un trattamento sintomatico con inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE5i) o terapia sostitutiva con testosterone, hCG, clomifene, solo una minima parte continuava ad assumere i trattamenti per scarso beneficio. Pertanto, lo studio ha concluso che nei soggetti che sviluppavano DS durante terapia con finasteride, ancora presenti a 3 mesi dalla sospensione, vi era un’elevata probabilità di persistenza di tali sintomi per mesi o anni [7].
Ipotesi eziopatogenetiche A seconda dell’effetto collaterale considerato, vi sono diverse spiegazioni eziopatogenetiche possibili.
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Per quanto concerne la disfunzione erettile, una delle ipotesi più accreditate sarebbe da ricondurre ai ridotti livelli circolanti di DHT. La finasteride, inibendo la isoforma 2 della 5AR, provoca una riduzione dei livelli di DHT di circa due terzi e la dutasteride, inibendo entrambe le isoforme della 5AR, li riduce in misura maggiore, fino al 90%. Per spiegare tale ipotesi, è importante premettere che gli androgeni e, in particolare, il DHT ricoprono un ruolo fondamentale nel meccanismo erettivo, in quanto garantiscono l’integrità strutturale della muscolatura liscia dei corpi cavernosi penieni e, a livello molecolare, la corretta espressione degli enzimi ossido nitrico sintasi (NOS) e fosfodiesterasi 5 (PDE5), passaggi necessari per l’ottenimento dell’erezione. Pertanto gli 5AR, diminuendo i livelli di DHT, indurrebbero una riduzione dell’espressione della NOS a livello dei corpi cavernosi del pene e una de-differenziazione del tessuto muscolare liscio, provocando DE [4]. In uno studio su ratti trattati con dutasteride per 30 giorni che hanno sviluppato DE, si è dimostrato un incremento di deposizione di collagene e una riduzione dell’espressione di NOS su strisce di cellule muscolari lisce del corpo cavernoso. Tale dato potrebbe spiegare le segnalazioni di fibrosi del corpo cavernoso post-finasteride [8]. In tale ambito, altri studi basici e in vitro risulterebbero necessari per determinare quali isoforme di 5AR sono presenti nei tessuti dei corpi cavernosi [3]. In ogni caso, la DE può avere un’origine multifattoriale alla quale contribuiscono gli altri effetti collaterali, quali la riduzione della libido e la depressione. In merito al desiderio sessuale ipoattivo correlato all’uso dei 5AR, la causa è da ricercare negli effetti che tali farmaci indurrebbero a livello del SNC. Tuttavia, i modelli di riferimento sono prevalentemente animali, in quanto gli studi sull’uomo sono scarsi in considerazione dell’invasività degli esperimenti. La libido e l’orgasmo nascono a livello cerebrale, dove i recettori per gli androgeni e i progestinici sono ben distribuiti, in particolare a livello del sistema limbico, dell’ipotalamo e dell’amigdala. Tali recettori sono presenti non solo a livello neuronale, ma anche delle cellule gliali (astrociti e oligondendrociti). Lo sviluppo dei neuroni e delle cellule gliali è influenzato dall’azione del DHT e degli altri metaboliti dell’enzima 5AR, prodotti a partire da glucocorticoidi e progestinici [1, 6]. Infatti, i metaboliti della 5AR subiscono ulteriori modifiche enzimatiche ad opera della 3-alfa idrossisteroidodeidrogenasi (3α HSD) che converte: – il 5-alfa DHT in 3-alfa, 5-alfa androstano 17-beta diolo (3-alfa diolo); – il 5-alfa diidroprogesterone (5α DHP) in 3-alfa, 5-alfa tetraidroprogesterone (allopregnanolone); – il 5-alfa -diidrodesossicorticosterone (5α DH DOC) in 3alfa, 5-alfa tetraidro desossicorticosterone (THDOC).
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La finasteride, attraversando la barriera emato-encefalica e inibendo l’enzima 5AR, riduce la produzione di DHT e degli steroidi neuro-attivi a livello del SNC, inducendo così calo della libido e della sensazione orgasmica. Gli steroidi neuro-attivi modulano la neurogenesi e la sopravvivenza neuronale, proteggendo il neurone dall’apoptosi e dalla morte programmata [9]. La finasteride, pertanto, potrebbe ridurre il numero di tali neuroni nelle regioni critiche per il desiderio sessuale. L’allopregnanolone ha un’azione positiva sulla neurogenesi, in quanto è un potente ligando dei recettori GABAA. Infatti, nell’ippocampo del topo, i neuroni “giovani” sono molto sensibili all’azione dei neuroni GABA nel formare i collegamenti sinaptici con il circuito neuronale preesistente. Pertanto, bassi livelli di allopregnanolone, dovuti all’inibizione della 5AR, possono ridurre la trasmissione GABAergica con conseguente riduzione della neurogenesi. Tra gli effetti collaterali legati ai 5AR, è stata dimostrata un’aumentata incidenza di sintomi depressivi o di vera e propria sindrome depressiva. La relazione tra depressione e DS è complessa, in quanto l’una può essere causa dell’altra [10]. È stato ipotizzato che i metaboliti della 5AR modulino diversi recettori, quali il recettore di GABA-A, il recettore sigma, il recettore nicotinico dell’acetilcolina e i canali del calcio voltaggio dipendenti. Tale modulazione recettoriale influenzerebbe l’umore, il sonno, lo stress, la memoria e l’ansia. In particolare, è stato dimostrato che l’allopregnanolone, legandosi al recettore per GABA, avrebbe fisiologicamente effetti ansiolitici e antidepressivi [1]. Infatti, i suoi livelli nel liquido cerebrospinale risulterebbero più bassi negli uomini al primo episodio di depressione maggiore, rispetto ai soggetti di controllo [10]. La disregolazione del metabolismo di tali neurosteroidi e lo squilibrio nei loro livelli sembrerebbero implicati nella patogenesi della depressione [1]. Nell’aprile 2012, l’FDA ha aggiunto “l’umore depresso” tra gli eventi avversi “non comuni” (≥1/1.000 e <1/100) sul foglietto illustrativo del farmaco Propecia (finasteride 1 mg). Inoltre, nel settembre 2012 Irwig ha pubblicato sul Journal of Clinical Psychiatry i risultati di uno studio retrospettivo, che richiamavano l’attenzione sull’elevata incidenza di intenzioni suicidarie, correlate alla depressione, negli ex consumatori di finasteride nei quali persistevano effetti collaterali della sfera sessuale [10]. Non è da escludere che alla base delle problematiche sessuali correlate all’uso dei 5AR ci siano anche fattori psicologici. A tal proposito, è interessante analizzare i risultati dello studio in doppio cieco condotto dal gruppo italiano di Mondaini nel 2007 [11]. Tale studio ha rilevato la presenza di disfunzioni della sfera sessuale in percentuale significativamente maggiore nel gruppo di pazienti informati sugli effetti collaterali sessuali (30,9%) rispetto a quelli in cui è stata omessa la stessa informazione (9,6%). Alla base di tale
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riscontro è stata ipotizzata la presenza di un effetto NOCEBO, cioè la presenza dell’evento avverso non sarebbe direttamente correlata all’azione farmacologica specifica del farmaco. Da questi elementi si può ipotizzare che anche nella pratica clinica tale effetto potrebbe essere presente: gli utilizzatori del farmaco negli ultimi anni infatti hanno ricevuto notizie relative agli effetti collaterali, soprattutto tramite i mass-media e i siti online. Infine, non è da dimenticare che spesso IPB e LUTS sono, di per sè, associati a un’aumentata frequenza di disfunzione erettile, indipendentemente da età e comorbidità [12].
Conclusioni I 5AR sono farmaci largamente utilizzati da anni per IPB e alopecia. Sono noti da sempre effetti collaterali della sfera sessuale ritenuti finora transitori. Recentemente sono stati documentati casi di disfunzione sessuale e/o depressione persistenti alla sospensione del trattamento. Allo stato attuale non è chiaro quale sia la durata di tale effetto. La prevalenza non è stata ancora determinata e i meccanismi della Sindrome post-finasteride si basano al momento su modelli animali. È stato segnalato un possibile effetto nocebo legato all’informazione sugli effetti collaterali. In considerazione del rischio depressivo legato all’assunzione di 5ARI sarebbe opportuno valutare preliminarmente lo stato psicologico del paziente. Pertanto, i pazienti devono essere informati di tali effetti prima di iniziare un trattamento con 5AR, in particolare i giovani che ne richiedono l’assunzione per alopecia. Sono comunque necessari ulteriori studi per meglio definire la reale incidenza e la patogenesi della sindrome. Conflitto di interesse Gli autori Alessandro Pizzocaro, Giovanna Motta, Luciano Negri e Pierpaolo Graziotti dichiarano di non avere conflitti di interessi. Consenso informato Lo studio presentato in questo articolo non ha richiesto sperimentazione umana. Studi sugli animali studi sugli animali.
Gli autori di questo articolo non hanno eseguito
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